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MICHDELE RIBELLINO 
Il Quotidiano della Basilicata
8 Aprile 2010
La politica che non svolge le sue funzioni
di MICHELE RIBELLINO

Michele RibellinoMiglionico. Al di là di ogni possibile retorica, la Festa del 1° maggio è una ricorrenza importante, perchè è l'occasione per celebrare il lavoro che è il fondamento della Repubblica democratica, nata dalla lotta di liberazione. E' un evento in cui è bello e doveroso riconoscersi, ben oltre le appartenenze politiche e gli orientamenti culturali. Deve diventare una giornata, non solo di ricordo, ma anche di ripresa di lotte che ripristinino il concetto del lavoro come valore fondante della democrazia e della Repubblica italiana. Nell'ultimo decennio con la scomparsa, per via giudiziaria, del Psi, si va delineando in Italia, una società in cui sempre più avanza l'egoismo, l'individualismo, l'insicurezza e in cui, valori, ideali, solidarietà, unità e sicurezza sono molto sbiaditi. Non si avverte una capacità reale di governare la gestione delle varie crisi. Il lavoro si perde. Le famiglie denunciano una forte perdita del potere d'acquisto, sia delle pensioni, sia del salario. Aumenta, in modo esponenziale, la cassa integrazione anche in provincia di Matera! Nonc'è un processo reale di governo dell'economia, non ci sono proposte concrete per rilanciare il sistema produttivo, per rafforzare i diritti del lavoro e garantire chi è espulso dal mercato del lavoro, con una politica attiva del lavoro, come ai tempi in cui governava Bettino Craxi. Di fronte al rischio sempre più evidente di un collasso complessivo dell'intero sistema Italia, non si scelgono priorità d'intervento con il pericolo, sempre più netto di mettere a repentaglio molti posti di lavoro e interi settori strategici per il paese. Di fronte a sfide che avanzano nel mondo, di fronte al divario fra nord sviluppato e sud arretrato, si assiste impotenti! Sul piano economico, la globalizzazione, le delocalizzazioni sono diventate sempre più un rischio e non un'opportunità. Il mercato del lavoro, soprattutto nel Sud Italia, è principalmente rivolto alla generalizzazione della precarietà più che a un lavoro stabile e duraturo. I partiti post“Mani pulite” sono falliti sul piano etico e politico, sono presi da una discussione interna rivolta a ingegnerie organizzative e di potere. Mantengono in piedi un sistema di investitura fatta da pochi leader, con il risultato che allontanano, in questo modo, sempre più la partecipazione democratica. Ai tempi di Bettino Craxi e del P.S.I., si parlava di sviluppo sostenibile e di progresso economico e sociale complessivo. La politica, di fronte a questi problemi, deve ritornare a svolgere la sua funzione al servizio della gente, dei più umili. In Italia, il fenomeno della disoccupazione si aggrava di giorno in giorno e il mondo del lavoro sta diventando sempre più flessibile per le aziende e più precario per i lavoratori. Il pianeta dell'occupazione sta insomma vivendo una grande metamorfosi paragonabile solo ai grandi eventi storici. La trasformazione di questo inizio secolo riguarda particolarmente il lavoro salariato tradizionale che sta cedendo il passo all'impiego cosiddetto instabile, a termine, a tempo parziale, in affitto. Questa modificazione è iniziata negli Stati Uniti ed è continuata in Inghilterra, in Francia e in Italia. Il problema socio-economico dell'occupazione sta diventando prevalentemente un nodo politico importante, con alcuni che rimandano semplicemente alla spontaneità del mercato la soluzione di criticità che, proprio questa modalità di scambio, ha generato ed altri che vorrebbero un'economia sociale di mercato o addirittura un capitalismo sociale. Questa è la posizione dei socialisti riformisti, come il sottoscritto. Auspichiamo, da liberal-socialisti, un capitalismo edulcorato che, pur attenendosi alle regole del libero mercato, operi nel quadro di uno Stato che garantisca obiettivi di civiltà fondamentali, come il contrasto alle situazioni di indigenza, le pari opportunità tra i cittadini e i servizi sociali di base. Dovrebbero essere questo il compito impegnativo dei Socialisti riformisti, di una classe politica illuminata e lungimirante; quello cioè di far sì che la rivoluzione tecnologica non corra il rischio di sfociare in un'involuzione sociale e di evitare, altresì, che la ricchezza di pochi non si contrapponga alla povertà di milioni di esseri umani. Il 1° maggio di quest'anno deve testimoniare la volontà del popolo italiano di custodire la libertà, la giustizia sociale e i principi costituzionali, i quali, tra l'altro, garantiscono il diritto al lavoro, alla libertà di espressione, alla partecipazione democratica che sono l'espressione più nobile delle istituzioni democratiche. Anche i lavoratori con la resistenza e nella lotta per la libertà, hanno dimostrato con i loro scioperi, con i loro sacrifici, con i loro eroi, con i loro martiri, a partire dal socialista Bruno Buozzi, di essere una parte importante nella ricostruzione del sistema produttivo e nel ripristino della democrazia. Michele Ribellino (Responsabile provinciale Socialisti riformisti)

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375