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DOMENICO LASCARO 
Miglionicoweb
02.12. 2011
Alba: uno sguardo oltre i confini

MIGLIONICO. Come annunciato, si è svolto mercoledì 30 u.s. l’incontro-dibattito ,organizzato da ALBA Assoc.,sede staccata di Miglionico,sul tema: LA  PRIMAVERA  ARABA : SOFFOCATA  PRIMA  DI  NASCERE?

L’argomento, di urgente attualità – proprio nelle stesse ore avveniva l’assalto alle ambasciate inglese e norvegese in Iran- pur non essendo di immediato interesse per noi, presi dai drammatici problemi interni, ha generato una profonda riflessione tra gli intervenuti.

      Il Prof. Lascaro ha dato solo il via alla discussione  che  sin da subito ha registrato una sorprendente e appassionata partecipazione, anche per il grado di competenza e di conoscenza dei fatti dimostrata dai presenti.

     Per motivi di spazio si sintetizzano le osservazioni che hanno riguardato le condizioni a dir poco drammatiche in cui versano quasi tutti i paesi tra Africa Settentrionale  e Medio Oriente: Iran, Tunisia, Egitto, Siria, Libia, IYemen, Algeria

1.                  IRAN: la speranza di conquistare un po’ più di giustizia e di democrazia e il vento di libertà che sembravano scuotere il potere dispotico del pessimo presidente Ahmadinejad nel giugno 2009, si sono infranti contro la folle repressione operata dal regime con migliaia di giovani uccisi o arrestati.

2.                  TUNISIA: la scintilla che infiammò la Tunisia, e a seguire tutto il Nord Africa, il 17 dicembre 2011 ebbe origine dal suicidio del povero  Mohamed Bouazizi che si diede fuoco per protesta contro il sequestro del suo banco abusivo di frutta e verdura. Seguirono giorni di scontri e di efferata violenza ; alla fine il dittatore Ben Alì fu costretto alla resa e iniziò così  un periodo di attesa, allo scopo di indire una consultazione elettorale, svoltasi il 23 ottobre per eleggere un’assemblea costituente col compito di redigere una nuova costituzione.

3.                   EGITTO: alla cacciata di Mubarak, costata la vita a decine di giovani che manifestavano contro lo stato di indigenza in cui era tenuto il popolo egiziano, sono seguite fasi alterne di speranza e di rassegnazione. L’esercito in un primo momento ha garantito un periodo di pace e relativa tranquillità, ma via via ha consolidato viepiù il proprio potere fino allo scoppio dell’ultima protesta, sedata nel sangue tra manganelli e carri armati. Le recenti elezion amministrative, che dureranno tre mesi, non fanno che generare incertezze e preoccupazioni.

4.                   SIRIA: oltre 2700 morti dall’inizio della rivolta sono il prezzo, ancora provvisorio, che il popolo siriano ha pagato e tutt’ora sta pagando per il tentativo di abbattere un presidente-tiranno, Bashar Assad,che non ha esitato a soffocare nel sangue la “Primavera”siriana.

5.                   LIBIA: una trattazione  più approfondita meriterebbe la crisi della Libia che si è protratta per oltre otto mesi e si è conclusa con la tragica fine del dittatore Muammar Gheddafi e della sua famiglia. La rivolta scoppiata in febbraio, anche col tacito apporto dei servizi segreti inglesi e francesi, ha potuto concludersi col massiccio ricorso ai bombardamenti aerei di Francia e Inghilterra, col supporto della Marina e dell’Aviazione italiane. E’ una pagina infausta che sarà bene dimenticare, per la violenta reazione dell’Uno e l’arrogante azione degli Altri.

6.                  YEMEN e ALGERIA: se fin’ora si sono sottratte alla tempesta devastante dei paesi confinanti, alta è comunque la tensione sociale  che , più o meno occulta, cova sotto la coltre dell’ingiustizia e della repressione .

 Ma al di là delle peculiari situazioni che ciascun paese presenta, quale lezione e quali considerazioni trarre  da tali accadimenti? Quali conseguenze potranno aversi nei nostri confronti e dell’intera Europa? La speranza e l’illusione di una palingenesi totale che liberasse tutta l’area meridionale del Mediterraneo dal giogo del potere tirannico e costituisse la premessa per instaurare una democrazia di popoli liberi sono ( quasi ) per sempre svanite. Al potere assoluto e violento, che pur riusciva  a tenere unito e sottomesso il popolo, sembra proprio che stia subentrando una forma di teocrazia illiberale che si diffonde a macchia d’olio in tutta l’area.

 E’ più che evidente ormai l’avanzata del cosiddetto  partito dei Fratelli Musulmani . In assenza di un chiaro disegno laico e democratico e di leader all’altezza del compito, l’ala più retriva della componete musulmana avanza inesorabile verso la conquista del potere.

E’ comunque certo che nei prossimi mesi in tutto il Medio Oriente  si assisterà ad uno stravolgimento di poteri che cambierà radicalmente i rapporti tra Occidente e Oriente . E’ sperabile  che prevalga il buon senso da parte di tutti ,Americani,Europei, gli stessi Iraniani, affinchè si colga  questo particolare momento per instaurare nuovi rapporti di amicizia e di collaborazione  con popoli che si affacciano appena ora alla democrazia.

Se è pur vero che v’è il pericolo  che in quei paesi , soprattutto in Egitto, si corre il rischio che possa sopravvenire uno Stato islamico che potrebbe minare la pace con Israele, è questa l’occasione propizia per intraprendere con la parte più moderata dell’Islam rapporti di reciproco rispetto . L’esempio più bello e lungimirante è venuto dal Papa Benedetto XVI, e prima ancora da Giovanni Paolo II, che ha ospitato in ottobre ad Assisi i capi religiosi di tutto il mondo per pregare insieme per la pace tra i popoli.

La seduta è terminata con l’augurio e la speranza che quel moto di libertà, per ora appena represso, di sicuro potrà risorgere dalle ceneri ed esplicare appieno la sua carica liberatrice. Il seme è stato gettato; non potrà che crescere e moltiplicarsi.

Miglionico, 2 Dicembre 2011

Domenico Lascaro d.lascaro@libero.it

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