MIGLIONICO.
Martedì 8
Novembre,
l’Ass. Alba,
sede
staccata di
Miglionico,
ha svolto un
interessante
dibattito
sul tema:
“Rottamatori
di tutto il
mondo…”.
Poiché
all’incontro
hanno
partecipato
per la prima
volta alcuni
giovani
desiderosi
di sapere
quali
fossero le
finalità e
gli
obiettivi
che l’Ass.
si propone,
il
coordinatore
prof.
Lascaro,
prima di
dare il via
alla
discussione,
ha chiarito
che ALBA non
ha fini di
lucro, né è
asservita ad
alcun
partito;
persegue
solo
l’obiettivo
di offrire
ai propri
iscritti,
soprattutto
ai giovani,
la
possibilità
di
riflettere e
di esprimere
le proprie
opinioni sui
problemi e
sui
principali
accadimenti
del nostro
paese e
dell’intera
società
umana.
Ha chiarito,
altresì, che
gli incontri
si svolgono
su un piano
di assoluta
parità: non
vi è chi
svolge
unilateralmente,
lezioni o
conferenze
preconfezionate,
ma tutti, a
turno, sono
sollecitati
a prendere
la parola e
ad esprimere
la proprie
idee. Solo
alla fine si
traggono le
conclusioni
e si
converge su
un unico
giudizio, se
si è
raggiunto un
accordo
comune.
Ciò
premesso, si
è passati ad
affrontare
l’argomento
all’ordine
del giorno.
Il primo
riferimento
è stato,
com’era
inevitabile,
alla
proposta-provocazione
di Matteo
Renzi,
sindaco di
Firenze,
intesa a
sostituire e
quindi
“rottamare”
gli
esponenti
più vecchi
del suo
partito, il
PD, per fare
posto ai
giovani
democratici
che, secondo
lui, sono
portatori di
idee nuove,
rispondenti
meglio alle
istanze di
una società
moderna, in
continua
evoluzione e
tecnologicamente
alla portata
delle
giovani
generazioni.
Ma tutti
hanno
convenuto
che, se è
vero che in
ogni partito
ci sia la
necessità di
favorire un
naturale
avvicendamento,
è pur vero
che le
motivazioni
e le
modalità
proposte da
Renzi sono
oltremodo
incomprensibili
e a dir poco
controproducenti.
Se è vero
che è
opportuno
fissare un
termine
ragionevole
ai vari
mandati
istituzionali
(non più di
3/4) sono le
regole che
dovranno
cambiare
all’interno
di ogni
partito. A
riguardo
sono state
avanzate
alcune
proposte:
innanzitutto
primarie ad
ogni
livello, dal
più piccolo
comune
all’intera
nazione;
disciplinate
per legge e
allo scopo
di
permettere
ad ogni
cittadino di
scegliersi i
propri
rappresentanti
nelle varie
istituzioni;
possibilità
di rimuovere
dai vari
incarichi
coloro che
non
rispettano
il mandato
ricevuto. Se
tutto questo
fosse
assicurato,
non ci
sarebbe più
bisogno di
parlare di
rottamazione
perché la
selezione
avverrebbe
in modo
naturale e
democratico,
non più con
la
contrapposizione
tra giovani
e vecchi, ma
tra chi ha
idee giovani
e chi, pur
essendo
anagraficamente
meno avanti
negli anni,
la pensa
alla maniera
dei
matusalemme.
Quasi alla
fine della
riunione
(19.30) sono
arrivate le
prime
notizie
sulle
promesse
dimissioni
del
Presidente
del
Consiglio.
La notizia
ha destato
non poche
perplessità.
Se si è
preso atto
del senso di
responsabilità
del premiere
di lasciare
dopo aver
constatato
la defezione
della
maggioranza,
ci si
sarebbe
aspettati
una
soluzione
più chiara e
più adeguata
alle urgenze
della
situazione
drammatica
in atto. Lo
stesso
Presidente
della
repubblica
avrebbe
sollecitato
una
soluzione
più drastica
e
rispondente
alla
situazione
attuale. Con
ciò non si è
voluto
entrare nel
merito delle
misure da
adottare ma
ci si è
ritrovati
d’accordo su
un solo
principio:
in una
siffatta
emergenza,
col passo
indietro di
tutti gli
esponenti
principali
dei partiti,
è
indispensabile
un governo
di coesione
nazionale
affidato ad
una
personalità
al di sopra
degli
interessi di
parte, Mario
Monti,
affiancato
da
altrettanti
uomini di
specchiata
serietà e
competenza,
quali Amato,
Prodi, Pera,
Martino,
Savona,
Pisanu,
Zagrebeschi,
Tabacci,
Ruffolo,
Galan, Zaia,
S. Romano,
G.
Berlinguer
ecc. Un
governo così
composto
avrebbe la
credibilità
e
l’autorevolezza
di varare
una nuova
legge
elettorale e
di approvare
le misure
urgentissime
per farci
rientrare
nei canoni
europei.
Domenico
Lascaro