Le
Vie del Pane introducono il progetto “Pane Nostro”
che parte dal forno di Betlemme (in ebraico città
del pane), giunge in Lucania e dopo aver solcato le
vie del Mediterraneo arriva in Europa. Il progetto
si concluderà in Bosnia, a Mostar, sul ponte
medievale distrutto nel 1993 a colpi di cannone e
poi ricostruito dagli italiani.
Il momento più importante si svolgerà a Betlemme il
25 febbraio, quando, con il gemellaggio per la pace,
si contamineranno le culture del pane attraverso un
incontro e uno scambio di doni tra le istituzione
locali e le rappresentanze lucane.
Il pane, così come inteso dal progetto, rappresenta
un simbolo di pace, di speranza e soprattutto di
condivisione di bisogni.
La presentazione del progetto è stata realizzata a
Miglionico, presso il castello del Malconsiglio, al
cospetto di centinaia di partecipanti. Sono stati
proiettati due video, di cui il primo ha annunciato
la testimonianza di Don Mario, direttore del forno
dei Salesiani di Betlemme. Don Mario partecipa come
partner al progetto “Pane Nostro”. Poi, è stato
proiettato il video di solidarietà e partecipazione
al progetto da parte di Renzo Arbore.
Anche l’Europa si è mossa a sostegno del progetto
“Pane Nostro”, infatti il Vice Presidente del
Parlamento Europeo, Gianni Pittella, condivide il
significato del progetto quale messaggio di speranza
per i popoli europei.
A Miglionico, tra i relatori erano presenti la
dott.ssa Elena Iacoviello, in rappresentanza della
regione Basilicata, il sindaco del Comune di
Miglionico, Angelo Buono, Rosita Stella Brienza,
coordinatrice del progetto, l’assessore
all’agricoltura Benedetto e a rappresentare la
Provincia di Matera il giovane assessore Grieco.
Poi, Uccio De Santis, sostenitore del progetto, ha
solleticato il pubblico.
“Pane Nostro” nasce da un’idea di Predrag Matvejevic
(Presidente dell’Associazione Le Vie del Pane),
Onofrio Pepe e Rosita Stella Brienza.
Parte da un borgo antico della Lucania, cioè quello
di Miglionico, per sostenere il locale che diventa
globale.
“Miglionico rappresenta simbolicamente la modernità
del nostro territorio. E’ una comunità aperta –
sostiene Rosita Stella Brienza-, ma che custodisce
le risorse tradizionali. Rappresenta la Lucania come
scrigno da preservare per via delle antiche usanze
ancora incontaminate, ma anche come luogo per
celebrare l’apertura alle culture diverse. Il pane,
nella sua sacralità è di tutti, infatti questo
progetto è aperto alle mille culture. Abbiamo già
avuto l’adesione dei panificatori di New York e di
Sidney, come anche si è mostrato forte l’interesse
da parte dell’Europa e di varie regioni italiane tra
cui la vicina Puglia”. Paride Leporace |