Miglionico. Il
Conservatorio Duni porta “Elisir D’amore” al
Castello del Malconsiglio MIGLIONICO –
Continuano le attività del Conservatorio Duni di
Matera.azingariello Il 1 Luglio 2013 presso lo
splendido Castello del Malconsiglio di
Miglionico alle ore 21.30 sarà eseguito l’opera
“L’Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti. L’opera
è eseguita da allievi e docenti del
Conservatorio e diretti dal celebre tenore
Francesco Zingariello docente di canto presso
l’Istituzione musicale materana.
© 2006-2013 Trm Radiotelevisione del
Mezzogiorno.
Articolo completo:
http://www.trmtv.it/home/flashnews/2013_07_01/53582.html
Miglionico. Il
Conservatorio Duni porta “Elisir D’amore” al
Castello del Malconsiglio MIGLIONICO –
Continuano le attività del Conservatorio Duni di
Matera.azingariello Il 1 Luglio 2013 presso lo
splendido Castello del Malconsiglio di
Miglionico alle ore 21.30 sarà eseguito l’opera
“L’Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti. L’opera
è eseguita da allievi e docenti del
Conservatorio e diretti dal celebre tenore
Francesco Zingariello docente di canto presso
l’Istituzione musicale materana.
© 2006-2013 Trm Radiotelevisione del
Mezzogiorno.
Articolo completo:
http://www.trmtv.it/home/flashnews/2013_07_01/53582.html
MIGLIONICO.
Apppuntamento nella piazza di Miglionico (Matera),
davanti al castello. I ragazzini della IV A i
dell'istituto Don Donato Gallucci aspettano con
l'impazienza incontenibile dei bambini. «Dov'è il
maestro?», sbuffa uno di loro, con un libro stretto
sotto il braccio. La scuola è finita: loro devono
restituirgli i testi che hanno preso in prestito un
mese prima.
Il
maestro appare da lontano, arram-picandosi tra le
vie tortuose del paese alla guida del suo veicolo:
un'Apecar azzurra con il tetto e il comignolo a mo'
di casetta, un altoparlante da cui si levano note di
musica sinfonica e due vetrine piene zeppe di libri
disposti su una serie di scaffali. Una biblioteca
ambulante: il Bibliomotocarro. I ragazzini gli
corrono incontro, lo circondano, lo stringono in un
abbraccio impetuoso. Lui, il maestro Antonio La
Cava, li saluta
con
affetto e delicatezza, chiamandoli, con toni quasi
pascoliani, fanciulli.
Sembra
un'immagine d'altri tempi, una di quelle belle
storie di paese che ci raccontano un'altra Italia,
discreta e appartata. A bordo della sua biblioteca a
motore, da anni il maestro La Cava raggiunge i paesi
lucani, si ferma nella piazza cen-trale, in luoghi
già stabiliti. I bambini arrivano, incuriositi,
mettono il naso tra gli scaffali, prendono un volume
a scelta, lo sfogliano, lo portano a casa. Dopo un
mese, il maestro ritorna e ritira i testi dati in
prestito. Antonio La Cava ha 68 anni. Figlio di
contadini, per 42 anni ha fatto il maestro nel suo
paese, Ferrandina, nel Materano, da tre anni è in
pensione.
«Un bambino di 6-7 anni rifiuta ciò che viene
impartito per obbligo e costri-zione, a scuola
acquisisce
la tecnica, ma spesso non coltiva il piacere della
lettu-ra. Allora, bisogna portare i libri fuori
dalla scuola, per la strada. Il libro deve diventare
un amico». Tutto cominciò circa 15 anni fa: «Un
giorno dissi ai miei alunni: il libro è lontano da
noi. Come possiamo avvicinarlo? Un alunno, Michele,
mi rispose: "Maestro, dobbiamo mettere le ruote ai
libri". Io ci pensai su e decisi di trovare il mezzo
più adatto a trasportare i libri. Quello più
popolare, a misura di bambino, che avesse l'umiltà
dei piccoli: questo mezzo non poteva che essere il
motocarro».
In
principio la biblioteca ambulante girava per
Ferrandina: tutti i sabati po-meriggio il maestro
dava appuntamento ai bambini del paese in otto
fermate segnalate con dei cartelli. «Lo facevo per
tutto l'anno scolastico, tranne che in inverno, con
assoluta puntualità. Allora usavo un'Ape 50».
Oggi
il Bibliomotocarro conta su circa 1.200 libri, tutti
acquistati da lui. Tantissimi classici, italiani e
stranieri, Cuore, Pinocchio, Dickens, i gialli di
Agatha Christie, Il Milione di Marco Polo, Bianca
Pitzorno. E poi i libri con testo originale a
fronte, in arabo, rumeno, cinese, spagnolo, inglese.
Da Ferrandina, il progetto si è poi allargato ad
altri paesi. «Al Bibliomotocarro non arrivano solo
i bambini. Molti anziani, per esempio, mi chiedono
sussidiari delle elementari perché da ragazzini non
avevano potuto studiare». Nel 2006 ha cambiato il
mezzo passando a un'Apecar un po' più potente: «Si
viaggia a 40 km all'ora, per raggiungere i paesi più
lontani impiego anche 4 ore».
Qualche anno fa è nato il progetto dei Libri
bianchi. «Una ragazzina mi ha suggerito: "E se i
testi li scrivessimo noi?". Così, mi sono attrezzato
con 200 quadernoni: quando vado nei paesi, li
distribuisco a quanti li desiderano. Possono
scrivere ciò che vogliono, poi me li restituiscono.
A volte lasciano la firma. 1 quaderni passano poi ad
altri che continuano la storia a modo loro».
Nei
Libri bianchi si coglie il bisogno dei piccoli di
raccontarsi. «In famiglia il dialogo manca, a scuola
pure. L'idea di raccontarsi a un coetaneo di un
altro paese li attrae». Pensieri dolci, delicati,
storie di fantasia. Ma spesso anche resoconti
autobiografici, che rivelano ciò che al di fuori
delle case spesso viene taciuto. Immagini forti,
crude, lapidarie. Come quelle di un bambino che il
maestro non può dimenticare: «Ogni giorno annotava
ciò che accadeva a casa sua, suo padre che rientrava
la sera ubriaco e picchiava sua madre». Mentre
racconta i suoi occhi si velano di lacrime.
Il
pomeriggio con gli alunni di Mi-glionico prosegue
con un incontro di animazione alla lettura nella
loro scuola, tra video, musiche e una poesia ara¬ba
che canta il valore della solidarietà. Tradizione e
modernità. «I nuovi mezzi di comunicazione sono il
futuro, pensare di rinunciare a essi sarebbe
sciocco. Ma la tecnologia deve essere al servizio
del libro, che non scomparirà».
Il maestro scandisce le parole con la teatralità di
un vero animatore. I ragazzini lo seguono curiosi e
affascinati. Oggi il Biliomotocarro è diventato
un'istituzione culturale per la Basilicata. Le
amministrazioni locali lo chiamano per organizzare
incontri con le scuole e la-boratori nell'ambito del
Progetto Amico libro per la promozione della
lettu-ra, come "Dalla pagina al mondo". La Cava
collabora anche con il Comitato Matera 2019
(capitale della cultura). «Mi piacerebbe fare del
Bibliomotocarro un simbolo nazionale». E lancia un
appello: «Chi ha un testo di cui vuole disfarsi,
metta le ruote al libro, lo doni al Bibliomotocarro».
Giulia Cerqueti - Foto di Cosmo Laera -
Famiglia Cristiana n. 28/Luglio 2013 |