MIGLIONICO.
Rispondo volentieri ai nuovi quesiti che il Dott.
Amati mi ha rivolto sulla situazione politica che il
nostro Paese sta vivendo in questi giorni. Ti
ringrazio, caro Giacomo per l’appellativo di
“politologo” che mi hai generosamente attribuito, ma
ti faccio notare che le mie sono solo opinioni
personali che scaturiscono dal buon senso di un
cittadino che ha a cuore le sorti del Paese.
Il tuo primo quesito riguarda la presunta
mancata parola di Bersani allorquando, durante la
campagna elettorale, affermava che anche in caso di
vittoria col 51%, si sarebbe comportato come se
avesse conseguito il 49%. In pratica per alcuni
aspetti sembra proprio che sia venuto meno alla
parola data. Ma le situazioni sono radicalmente
mutate rispetto a quello che ingenuamente si
aspettava dai risultati elettorali. Non solo non ha
preso il 51%, ma si è visto sfumare l’apporto della
Scelta Civica di Monti con il quale sperava di
formare un governo che avesse un minimo di
stabilità.
Si è trovato così spiazzato, soprattutto
per lo tsunami del M5S che gli ha creato non pochi
grattacapi. La strategia non poteva che cambiare. Ha
inseguito Grillo fino all’ultimo, ma i tentativi
sono risultati vani. La sua logica non era del tutto
sbagliata: con una maggioranza assoluta alla Camera
e con la possibilità di poter formare un governo con
un Movimento che ha in sé molti motivi di
condivisione col PD, certamente si poteva dare una
speranza di cambiamento all’Italia. Ma così non è
stato.
Nonostante il tentativo di “ammorbidire” le
posizioni del M5S con l’elezione di Grasso e della
Boldrini, il niet di Grillo è stato netto e per
certi versi contraddittorio. Sembra che i
rappresentanti del Movimento siano diventati più
radicali dello stesso Grillo, tanta è l’alterigia e
l’arroganza che hanno assunto.
Questa sera Napolitano ha conferito
l’incarico a Bersani per tentare la formazione di un
governo che dia una immediata risposta ai gravissimi
problemi che del Paese. Unica condizione, che faccia
presto e raccolga un minimo di fiducia in
Parlamento. Bersani sembra aver fiducia, anche
perché il movimento intraparlamentare sembra in
agitazione.
Se il tentativo fallisse, perché non andare
oltre? E’ il secondo quesito. A questo punto non
toccherebbe più al neo incaricato tentare altre
soluzioni, ma spetterebbe al Capo dello Stato aprire
nuovi scenari. Il mio parere già lo conosci:
affidare l’incarico ad una personalità di grande
spessore tecnico e morale coadiuvato da personalità
altrettanto degne e competenti, al di fuori e dentro
i partiti, compreso il M5S, per formare un governo
politico-tecnico, come lo ha definito il Presidente
Grasso (non è che ha copiato la mia definizione?
scherzo ) per poter avviare in qualche modo la
legislatura e realizzare, anche in tempi
contingentati, le riforme più urgenti e
indispensabili per il Paese. Domenico Lascaro
(d.lascaro@libero.it)
Miglionico
22.03.2013
|