MIGLIONICO.A
distanza di una settimana, da quando il gruppo
miglionichese di ALBA si è riunito per commentare i
fatti più salienti delle vicende politiche italiane,
altri avvenimenti, sia di carattere interno che
internazionale, hanno caratterizzato la settimana appena
trascorsa. Il primo importante elemento degno di rilievo
è stata la vittoria in Grecia del partito di Nuova
Democrazia e la conseguente formazione di un nuovo
governo avvenuta nell’arco di tre-quattro giorni. Negli
stessi giorni si è svolto in Messico il vertice del G8.
Sul piano interno il Senato ha approvato il DDL che
riduce il numero dei deputati da 630 a 508, e
l’autorizzazione all’arresto del senatore Lusi. Ma
l’avvenimento più degno di nota è stato l’incontro a
Roma dei capi di governo di Germania, di Francia, di
Spagna e Italia. Non meno interesse ha suscitato la
volontà di rinascita di Berlusconi e del vecchio alleato
Umberto Bossi che si autocandida a presidente della Lega
Nord. Molta carne a cuocere, come suol dirsi, da
riconvocare il Gruppo per fare le proprie valutazioni.
In Grecia
si è formato un governo di coalizione tra Nuova
Democrazia e il partito Socialista, il partito di
estrema sinistra del giovane Tsipras ha preferito
restare all’opposizione. Ha forse destato qualche
meraviglia che abbia conseguito la maggioranza relativa
il partito della ND- lo stesso che aveva provocato il
dissesto finanziario; ma due dati incontestabili
emergono dalle elezioni: la spaccatura della società
greca tra una sinistra estrema e un’area moderata e
conservatrice e la indiscussa determinazione del popolo
greco di rimanere ancorato alla moneta unica europea.
Quest’ultimo, a parere del nostro gruppo, è il dato più
significativo e rassicurante che rafforza il disegno di
un’Europa unita e collaborativa.
Il vertice
dei “Grandi” in Messico si è svolto senza aver prodotto
risultati concreti. Non sono mancati come al solito
buoni propositi , ma nessuna decisione di rilievo è
stata assunta per contrastare seriamente la speculazione
dilagante dei mercati internazionali. Il Presidente
degli Stati Uniti Obama, non solo non è riuscito a
convincere alcuni stati europei,-in primo luogo la
Germania- ad adottare da subito una politica meno
restrittiva e finalizzata alla crescita economica e
finanziaria, ma ha rischiato altresì che fallisse
l’incontro con i rappresentanti dell’area Euro già
programmato. Si è svolto ugualmente dopo tanti inghippi
e senza produrre alcunché di significativo.
Finalmente
sul piano interno qualcosa si è mosso: è stato approvato
in Senato la norma che riduce i deputati da 630 a 508.
Veramente non era quello che gli italiani si
aspettavano: un effettivo dimezzamento di tutti i
parlamentari sarebbe stato un segnale inconfutabile per
cominciare a ridurre concretamente la spesa pubblica del
nostro Paese. Ma, chi si contenta gode! Se davvero le
ultimissime proposte del governo di ridurre della metà
le Province dovessero realizzarsi, allora sì che
inizierebbe un’inversione di rotta per iniziare a
mettere ordine nel sistema degli sprechi irresponsabili
che caratterizzano la gestione della cosa pubblica a
tutti i livelli. Intanto però si rinviano le misure che
l’incaricato Bondi dovrebbe prendere al riguardo. Tutte
le altre ipotesi di riforma –elettorale, della
giustizia,del fisco, etc.- sono rinviate a chissà
quando.
Dell’arresto del senatore Lusi non c’è molto da
aggiungere a quanto è stato già detto e ridetto. Noi
forse avremmo preferito votare contro l’arresto
immediato per il solo motivo che per altri è stato
riservato un trattamento diverso. Anche perché egli
stesso ha ammesso le sue responsabilità. Ma non per
questo si può giustificare il suo comportamento: se
avesse avuto un minimo di dignità di uomo delle
istituzioni avrebbe immediatamente rassegnato le
dimissioni da parlamentare per attendere le decisioni
della Magistratura. Non sappiamo ancora quello che ha
confessato ai giudici nel primo interrogatorio di
garanzia, tuttavia non possiamo credere che sia il solo
capro espiatorio di tutta questa squallida vicenda;
altri responsabili dovrebbero farsi avanti e dire tutta
la verità agli italiani. Resta comunque il fatto che va
operata una vera riforma del finanziamento pubblico ai
partiti, che va in ogni modo assicurato ma, secondo noi,
solo sotto forma di servizi, quali accesso gratuito ai
media di informazione, uso gratuito di locali, di spazi
per la propaganda e quant’altro, non già per denaro
contante.
Importante, come accennato, è stato l’incontro a Roma
tra i capi di governo di Francia, Germania,Spagna e
Italia in vista del Consiglio europeo che si terrà a
Bruxelles il 28 e 29 giugno prossimi. Si è discusso
delle misure da adottare in sede di consiglio per
rilanciare la crescita e l’occupazione in Europa. Ci si
è trovati d’accordo su molti punti controversi che in
passato hanno frenato l’azione di una necessaria
integrazione. Sarà dato mandato alla Banca Centrale
Europea per destinare una notevole quota di miliardi di
euro da destinare allo sviluppo dell’intera area
dell’euro. La stessa cancelliera Merkel è divenuta a più
miti consigli e si è detta disponibile a fare la sua
parte. Il presidente spagnolo Rajoy ha appreso con
soddisfazione che i partner europei sono disponibili al
salvataggio ad ogni costo dell’euro e quindi degli stati
più deboli. Lo stesso Monti non ha nascosto la propria
soddisfazione per i risultati ottenuti. Ma non tutto è
andato secondo le speranze dei più, Hollande si mostrato
restio a cedere parte della propria sovranità a
vantaggio di una vera integrazione finanziaria e
politica; la Merkel da parte sua è ancora restia alla
realizzazione degli Eurobond, i quali da soli
permetterebbero un avvio concreto alla soluzione dei
problemi sul tappeto. Ma aspettiamo il vertice europeo
Solo dopo potremo valutare i risultati conseguiti.
Non meno
significativi ai fini del nostro discorso sono le
recenti esternazioni di Berlusconi e di bossi. Per chi
come noi si preoccupava che Berlusconi potesse ritirarsi
completamente dalla vita politica è stato
tranquillizzato dalla recente dichiarazione del Nostro
di proporsi come leader di tutti i moderati; nonostante
le continue smentite di Alfano che non vuole scoprire
tutte le carte, Berlusconi non ci sta proprio a farsi da
parte, né ad assumere una avvilente funzione di Padre
Nobile del partito. Né padre, né nobile, quindi, ma
cavaliere sì, cavaliere d’armi. Pronto a rituffarsi
nell’agone politico e a combattere ancora contro
l’avanzata dei Cosacchi che minacciano dall’Est di
occupare l’intera Europa. In questo periodo di apparente
ritiro si è preparato nei minimi dettagli per affrontare
la nuova sfida; ha modificato completamente il suo look:
si è lucidata la chioma col nero di seppia per apparire
più giovane e forte, si è stirato ben bene il viso per
lo stesso motivo, indossa abiti e camicie scuri per
risultare più sexy e più simpatico agli occhi dei
giovani fans; ha migliorato il modo di incedere con più
eleganza e maggiore sicurezza: il passo è quasi
marziale, oseremmo definirlo semi-presidenziale in
funzione della sua proposta di presidenzialismo
francese. Insomma è pronto per tornare alla ribalta e
riconquistare il consenso degli italiani.
Ma al di
là dell’ironia, il suo disegno non è senza una ragione.
Egli mira a raccogliere intorno a sé un’area moderata e
liberaleggiante che si distingua da una molteplicità di
posizioni avverse, irrimediabilmente in combutta tra
loro. Per questo il suo disegno non è né utopistico né a
tutti i costi negativo, poiché mira a razionalizzare e a
fare chiarezza nel groviglio della politica italiana.
Che dire allora? Meditate genti di sinistra, meditate! E
difatti stanno tutti meditando. Il giovane Renzi medita
di spaccare in due il PD. Ci sta quasi riuscendo.
Vendola medita di voler unire la sinistra a condizione
che sia egli stesso a divenirne il capo. Bersani sta
cincischiando ancora sul da farsi Ha riunito i segretari
dei circoli per spronarli a prendere iniziative, ma con
quali regole condivise? “oh ragazzi, siam mica il
partito con un solo capo noi? Siam mica qui a fare
polpette con la carne delle formiche? Oh ragazzi”
Il nostro
giudizio sui partiti è stato espresso esattamente un
anno fa, in una riunione del gruppo appositamente
convocato e che ci piace riproporre in questo sito.. Di
Bossi non c’è molto da dire, se non la speranza di farsi
perdonare dalle malefatte commesse . Anch’egli si è
attrezzato al riguardo imitando Berlusconi nel
migliorare il suo look. Si è laccato i capelli,sempre a
crine di leone, se li sta pettinando alla Little Tony
per risultare più simpatico ai giovani padani. Ci
fermiamo qui per ora e rimandiamo ad altra data la
trattazione della questione Formigoni e dei risultati
del Consiglio europeo.
Miglionico
24-giugno 2012
Domenico
Lascaro
(www.d.lascaro@libero.it
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