Mi
chiamo Carmelo Gaudiano; sono un autore materano,
di recente associato alla S.IAE.; pertanto posso
finalmente far conoscere a tutti le mie commedie
teatrali che rischiavano di ammuffire nei cassetti.
Quello che mi spinge a venire allo scoperto ed espormi
è, nello specifico, l'amore per il teatro educativo e
per tutti gli uomini e le donne di buona volontà che
hanno a cuore la retta formazione delle nuove
generazioni. Nel momento storico che stiamo vivendo,
nell'assistere al decadimento dei valori, ritengo che
ognuno di noi, per quanto possibile, debba adoperarsi
per migliorare il mondo. Forse sono un sognatore, ma
credo che, per raggiungere tale importante finalità, non
ci sia maniera migliore dell'affidarsi (dopo la scuola e
la famiglia) al potere comunicativo del teatro che, per
fortuna, sfugge ancora all'omologazione del linguaggio,
all'informazione deviata che caratterizza questa società
dell'apparenza, nonché alla sindrome del progresso e del
guadagno ad ogni costo. Così ho deciso di pubblicare le
mie commedie in lingua italiana e in vernacolo materano,
e mi è successa una cosa bellissima: dopo pochi mesi, la
scorsa estate, uno dei miei lavori è stato rappresentato
in due comuni del tarantino (Fragagnano e San Marzano,
col titolo "Facitivi li fatti vuestti"); successivamente
mi hanno scritto alcune compagnie (di Bari, Vercelli e
Verona), chiedendomi di poter rappresentare i miei
soggetti. Addirittura, il Presidente delle Associazioni
Lucane in Cile mi ha scritto entusiasta per manifestarmi
la volontà di rappresentare i miei spaccati di Vita,
pregni di antiche tradizioni popolari spesso tanto
simili in tutto il nostro territorio nazionale. Tutto
questo non perché apprezzino l'autore, ma il contenuto
di valori che trasuda dalle sue commedie. Chi ama il
teatro nella sua vera essenza, non osserva altro che la
qualità di un testo. D'altronde, io mi ritengo un
umilissimo allievo di Eduardo, in quanto ho potuto
frequentare soltanto la scuola del suo pensiero, ed ora
cerco con tutte le mie forze di mettere a frutto i suoi
insegnamenti per riuscire ad emanciparmi e camminare con
le mie gambe. Vi pregherei solo di non fraintendermi non
pensiate a secondi fini ... Chi mi conosce sa bene ch~
conservo ancora un'anima infantile, e i bambini, si sa,
sono scevri da malignità. Il discorso economico non
m'interessa: grazie a Dio non vivo di questo. A riprova
di ciò, per le Associazioni con finalità di beneficenza,
mi impegno sin d'ora a rimborsare loro quanto mi derivi
dalle eventuali rappresentazioni dei miei lavori. Cosa
dirvi di più? Spero solo che abbiate la bontà di non
cestinarmi e di verificare la validità e i fini morali
portati avanti dai miei testi. (CarmeloGaudiano)
|
A sinistra,
la Compagnia "La formica" di Alfonso
Piccirillo che ha in programmazione la messa
in scena delle commedie "E' solo un sogno"
(di cui è coautore con Gaudiano), oltre
che de "La p'nd'ddet' Attenti al nome del
nascituro" dello stesso autore materano,
coautore del siciliano Randazzo. |
"E
SE CI VIENE UN MAL DI TESTA?"
Commedia in tre atti
Personaggi: Erudito Istruzione, commesso
comunale, figlio d'artl.glan~; Modesto Sparagnatore,
spazzino, figlio di contadini; Alfia Berta, figlia di
contadini, innamorata di Erudito; Scolastica, sorella di
Alfia Berta, innamorata di Modesto' Don Giosuè, il
parroco; Gioacchino, amico di Erudito; Peppino, altro
amico di Erudito; Titina, amica di Alfia Berta e
Scolastica; Rosetta, altra amica delle sorelle; Operaio
TV; Operaio della Società Telefonica; Vicini di casa.
Dalle nostre parti l'interrogativo "E se ci viene un mal
di testa?", ormai in disuso, rappresentava un monito a
considerare gli eventi della vita secondo la loro reale
importanza, ovvero secondo un'antica e saggia scala di
priorità che pone in alto il benessere psicofisico per
poi calare in dilemmi inferiori che attengono agli
interessi economici, di lignaggio, di immagine sociale,
tutti alquanto fugaci. Il "mal di testa" incombe su
tutti noi; allorché si attraversano e si superano i
momenti dolorosi della vita, spesso ci rendiamo conto di
aver sovrastimato quegli eventi marginali ed effimeri
che non potevano e non dovevano toglierci la felicità.
Metafora di saggezza.
La trama: Nell'anno 1989 due coppie di coniugi
sono alle prese con la scelta delle compagne giuste per
i loro figli unici. Non rammentano, però, che se
trent'anni prima avessero seguito il volere dei loro
genitori, non avrebbero potuto raggiungere l'attuale
felicità coniugale. Modesto, preso da questo dilemma e
dal delirio causato da una forte febbre, si immergerà in
un incubo che lo riporterà nel 1958. Nei primi due atti
di questa commedia, infatti, il pubblico assisterà al
sogno rivelatore di Modesto, ovvero l'infelice vita
coniugale con la moglie sbagliata imposta da accordi tra
famiglie patriarcali. Quando, nel terzo atto, Modesto si
sveglierà nel mondo reale, alla luce dell'incubo vissuto
cercherà in tutte le maniere di correre ai ripari ...
"LA
LICENZA DI NATALE"
Commedia in due atti
Personaggi: San Giuseppe Artigiano; Peppino
Cardiano, padrone di casa; Nannina,sua moglie;
Franceschino,(detto Checchino), loro figlio "ritardato":
Angelina, la figlia; Saverio, marito di Angelina; Don
Oronzo Stronzillo, padre di Saverio; Donna Rosaria, sua
moglie; Michelino, fratello di Peppino Cardiano;
Dottoressa Tuttunpezzo, medico della famiglia Cardiano;
Comare Caterina; Vincenzo, l'amante di Angelina; Donna
Titina, la vicina di casa; Peppinello,figlio di Angelina
e di ... ?
Premessa: Questa storia comincia laddove termina
funestamente "Natale in casa Cupiello" del grande
Eduardo De Filippo, e vuol essere un omaggio tangibile
al nobile pensiero che innalza tutti i suoi capolavori
teatrali. Le vicende qui narrate, pertanto, evolveranno
in situazioni tragicomiche anche soprannaturali, di
assoluta ed originale fantasia. La trama: La
storia si svolge in una casa di un artigiano di Matera,
nei primi anni '50. Peppino Cardiano è un attempato
falegname analfabeta che ha sempre condotto, insieme
alla propria famiglia, una vita improntata all'onestà e
a sani principi morali. Nel tempo libero, la principale
occupazione d! Peppino è quella di adoperarsi
continuamente nel perfezionare il Presepe di Natale -
antica tradizione di famiglia - per testimoniare la
grande devozione nei confronti del Santo Protettore
degli artigiani. Di conseguenza, ad accollarsi tutti gli
onerosi affari di famiglia è sempre stata sua moglie
Nannina; oltre al matrimonio sbagliato della figlia
Angelina, c'era da gestite la delicata situazione
relativa al "ritardo mentale" dell'altro figlio
Checchino, nonché la problematica, sconveniente presenza
in casa del cognato Michele, fratello scapolo del
marito. Solo quando Peppino si troverà "in bilico" tra
la vita e la morte, comprenderà le proprie umane
manchevolezze e vorrà porvi rimedio. Se solo potesse
tornare indietro ... Sarà proprio San Giuseppe a venire
in soccorso di Peppino, ritenuto meritevole di godere di
una licenza speciale che gli permetterà di sanare le
situazioni terrene irrisolte e prepararsi ad un più
sereno e degno distacco.
"11°; NON GIUDICARE!"
Commedia in 2 atti
Personaggi: Tonio Marra; Donna Nannina Maria, sua
sorella; Don Lorenzo Matera, proprietario della casa di Nannina; Bettina, figlia di Don Lorenzo; Rocco Strozza,
primo affittuario, fidanzato di Bettina; Gegetta,
l'affittuaria che subentrerà; Angelina, cameriera di
Nannina; Nicolino Galletti, amico di don Lorenzo e donna
Nannina; Marietta Galletti, moglie di Nicolino;
Dottoressa Ventura, medico di Tonio; Maresciallo
Cirillo; Carabiniere Randazzo; Contessa Rosaspina.
Premessa:La storia rappresenta la fantasiosa
continuazione di "Ditegli sempre di sì", poiché comincia
lì dove termina il capolavoro di Eduardo De Filippo.
La trama: Tonio Marra è un malato di mente che viene
dimesso dal manicomio per essere condotto in casa di sua
sorella, la vedova Nannina. Lo squilibrato, nel
confrontarsi col mondo contaminato dei normali,
ingabbiato da vizi, convenzioni e compromessi, evidenzia
l'incapacità di adattarsi ad esso. Donna Nannina,
dovendo assistere continuamente il congiunto è costretta
ad abbandonare i progetti di matrimonio con Don Lorenzo
Matera, anch'egli vedovo e suo padrone di casa. Tonio,
tuttavia, si renderà protagonista di alcuni colpi di
testa che lo porteranno ad essere nuovamente internato;
ciò spianerà la strada non solo al matrimonio della
sorella, ma renderà possibile l'evoluzione di altre
storie, di altre vite connesse in qualche maniera alla
sua vicenda. Qui prenderà corpo il disdicevole vizio di
giudicare tutto e tutti, da sempre l'esercizio di gruppo
più praticato nella nostra società. La storia si
dipanerà tra pregiudizi, insinuazioni, invidie e rancori
che soggiogheranno i personaggi, dimentichi della vera
sostanza della vita: il valore dei sinceri rapporti
interpersonali, ancor più importanti se riguardano gli
affetti familiari ai quali siamo fortemente ed
umanamente legati. Quegli affetti che nel finale
affioreranno prepotentemente e ci faranno riflettere:
tutti saranno portati a riformulare i propri giudizi
inopportuni, frettolosi. Avverrà così, che dopo tante
risate spensierate saremo travolti dai sentimenti, e
forse assolveremo o comprenderemo coloro che avevamo mal
giudicato.
"ATTENTI AL NOME DEL NASCITURO!" ("la P'nd'ddet")
Commedia in 2 atti
Personaggi: Nannina (Stèfana), padrona di casa;
Procopio Cardello, suo marito; Tonino, loro figlio;
Chiarina, moglie di Tonino; Pasquina, figlia di Nannina
e Procopio; Damiano Passarello, padre di Chiarina;
Felicetta (Felìcita), sua moglie; Comare Maria, curiosa
vicina di casa; Rocco Cascetta, calzolaio gobbo, marito
di Maria; Don Biagino, parroco; Professoressa Truffa,
lunatica del piano di sotto; Annunziatina, amica di
Pasquina.
Perché il titolo "la P'nd'ddet": In Italia,
nonostante la lenta scomparsa del cosiddetto
"patriarcato", persiste ancora la tradizione popolare di
chiamare il nascituro primogenito col nome del nonno
paterno; a Matera, la P'nd'ddet, ovvero la "Puntellata"
(in senso figurato: un martello che fissa un nome alla
parete), è il termine dialettale che sta ad indicare
questa antica usanza, una palese manifestazione di
formale rispetto nei confronti dei genitori. Questi
ultimi tengono tantissimo al venire" puntellati", poiché
motivo di orgoglio personale e segno di continuità del
lignaggio familiare. Purtroppo le nuove coppie, anziché
valutare in positivo gli aspetti morali di questa
usanza, guardano ad essa come ad un'arcaica imposizione
dalla quale sottrarsi. Il più delle volte accampano
motivi legati alla bellezza e alla modernità del nuovo
nome, come se fosse il nome a determinare il futuro
carisma del neonato e non i valori che gli andranno ad
impartire.
La trama: Nella casa di una modesta famiglia
di Matera, nel 1966; viene mostrato il tran tran
familiare di una coppia di sposi che abita in casa dei
genitori di Tonino, con le fisiologiche frizioni tra
suocera e nuora. Arriva la tanto sospirata notizia che
la sposa, dopo due anni di matrimonio, è finalmente in
attesa. Scene di gioia da parte degli sposi e delle loro
famiglie. Procopio viene a conoscenza del fatto che il
nipote non si chiamerà come lui, ma Pio. Dopo vari
diverbi minaccerà la decisione di disconoscere figlio e
nipote. Arriva il giorno della nascita del bambino e
Procopio non sta più nella pelle perché spera che suo
figlio Tonino lo accontenti in extremis. Quando saprà
che il nascituro si chiama veramente Pio, decide di
andare via di casa rifugiandosi nella casetta di
campagna; ma il giorno del battesimo di Pio, giusto un
mese dopo la sua nascita, Procopio torna e dà, a
sorpresa, la svolta finale all'intera vicenda.
FAI
BENE E SCORDATELO!
Commedia in 2 atti
Personaggi: L’anziano padre Alberto PICCIANO, il
dottore (complice) Ausilio COMPLICE, il notaio Noto
GAUDILLO, la figlia maggiore di Alberto Luisa, altra
figlia (facoltativa) Ida, la figlia minore Lucia,
fidanzato di Lucia Ing. Felicetto STRAZZONE, il figlio
maggiore Giuseppe Picciano, altro figlio (facoltativo)
Antonio, il figlio minore Agostino, il Parroco Don
Biagio, 1° Amico di Alberto Pasquale “Nasone”, 2° Amico
di Alberto Saverio “Sicch Sicch”, la vicina Filomena
CANINA, badante albanese Sofia.
Premessa. La scena si svolge in casa di Alberto,
Maestro in pensione e vedovo da 10 anni. E’ il
pomeriggio di una domenica particolare, poiché compie 73
anni e aspetta la visita serale dei suoi tanti
congiunti. Infatti Alberto ha dieci figli: cinque maschi
e cinque femmine, di cui nove già sistemati; quattro
vivono altrove mentre gli altri sei vivono al paese (tre
maschi e tre femmine). Solo la più piccola, Lucia, ormai
30enne, è rimasta in casa con lui nonostante sia
fidanzata da anni. Questo è il suo cruccio: in passato
la ragazza ha già dovuto assistere la madre malata ed
Alberto teme che non si sposi perché sente il dovere di
accudire lui.
E’ il primo aprile dell’anno 2003. Ci troviamo nel
soggiorno della casa di Alberto. E’ una casa di media
borghesia con relativo mobilio, composto da due vetrine
con piatti, bicchieri e bottiglie a vista, un tavolo con
4 sedie, ed altre sedie ai lati della scena. Radio, TV e
telefono fisso. Quadri ai muri e un piccolo altarino a
mensola con foto e lumino. Al centro sinistra della
scena, rispetto al pubblico, vi è una finestra con vista
sulla Chiesa Madre. Sul centro destra c’è la porta
d’ingresso nascosta alla vista da un pannello di scena.
Tra le quinte di destra, sempre rispetto al pubblico,
c’è una tenda che nasconde la porta che da all’interno
della casa, mentre tra le quinte di sinistra, un’analoga
tenda nasconde la porta dalla quale si accede alla
cucina.
La trama
Alberto è un vedovo in pensione che oggi festeggerà il
suo 73° compleanno, allietato dalla presenza dei suoi
numerosi congiunti. Purtroppo, essendo alquanto
superstizioso, si troverà alle prese con un’infausta
premonizione di morte originata da un brutto sogno.
Pertanto, si preoccuperà di provvedere con urgenza alla
successione delle sue proprietà in favore dei dieci
figli. Questi però, invece di agevolare i coscienziosi
propositi del genitore, faranno di tutto per
complicargli la vita, tirando ognuno a destra ed a manca
per i propri biechi interessi. Alberto, padre onesto ed
irreprensibile, non saprà che pesci prendere:
soprattutto non vuole che i figli si scaglino gli uni
contro gli altri a causa dei suoi beni… Così, fiaccato
dalla maledizione del sogno e deluso dall’egoismo
sfrenato dei figli, verrà colto da un brusco malore,
comunque passeggero.
Nel secondo atto Alberto, dimesso dall’Ospedale dopo
alcuni giorni di accertamenti, senza che nessuno dei
figli si sia curato di fargli visita, escogiterà un
sottile stratagemma per sincerarsi delle intenzioni dei
figli nei suoi confronti. Infatti, con l’ausilio del
medico di famiglia e poi dell’amico Notaio, si fingerà
gravemente ammalato a causa dei postumi di un pesante
infarto… I figli, messi di fronte agli onerosi obblighi
di assistenza nei confronti del genitore, non solo
proveranno uno alla volta a defilarsi, ma in vista di
una sua prossima scomparsa, cercheranno in tutti i modi
di estorcergli una firma sul Testamento che favorisca
gli uni ai danni degli altri…
Alberto, profondamente deluso dal comportamento dei
figli, da buon padre di famiglia farà comunque buon viso
a cattivo gioco…Perché un padre non può odiare i propri
figli, e Alberto non se la sentirà nemmeno di punirli;
ma l’ultima lezione che impartirà loro nel finale se la
ricorderanno per tutta la vita…
E’
SOLO UN SOGNO!
Commedia in due Atti
Personaggi: Maria Ricamatrice la padrona di casa,
casalinga;Pasquale Gaudillo suo marito, bracciante in
pensione; Rosina Novena amica di Chiesa di Maria;
Carmela La Dote vicina di casa di Maria; Don Alfonso
“Caporale” dedito al “caporalato”, amico di Pasquale;
Felicia D’Amore dottoressa della Guardia Medica.
Premessa
Corre l’anno 1970 in una cittadina italiana.
L'ambiente è una comune cucina di gente semplice.
Arredamento e ingressi a piacere del regista. Primo
mattino. Pasquale, uomo sulla sessantina, capelli grigi
e pancia pronunciata, entra dall’ingresso della camera
da letto. E’ ancora un po’ assonnato e vestito a metà
(pantalone, ciabatte, maglia intima da notte e
papalina); completerà di vestirsi durante il dialogo con
sua moglie (camicia, giacca, scarpe e coppola). Durante
il dialogo sarà anche occupato a preparare la colazione
per sé e per sua moglie…
La trama
Corre l’anno 1970 in una cittadina italiana. Maria e
Pasquale Gaudillo, sono due coniugi di 60 anni, che,
data la lontananza dei figli, vivono ormai da soli.
Maria riempie i propri vuoti esistenziali con la Chiesa,
mentre Pasquale, dopo una vita dedicata al lavoro e alla
famiglia, coltiva l’unico svago di scambiare quattro
chiacchiere con gli amici nella piazza grande del paese.
In verità i due coniugi si evitano garbatamente perché,
con l’avanzare degli anni e dopo 40 anni di Matrimonio,
anch’essi hanno visto pian piano spegnersi la fiammella
del loro amore. Se a questo si aggiunge quel timore
della morte che sovente si insinua negli anziani,
capiremo il clima che si respira in casa Gaudillo. Ma a
sconvolgere il loro pigro menage familiare subentrerà un
sogno venuto dal Cielo. Maria aspira al Paradiso, ma non
vuol morire prima di suo marito, temendo che questi si
risposi. Pertanto, Pasquale verrà coinvolto suo malgrado
nel dramma tragicomico che ha investito sua moglie. Su
una cosa concordano i due: visto che sono sempre i
migliori a morire per primi, faranno di tutto per
assicurarsi una più lunga permanenza terrena. Infatti,
vivranno il loro inferno sulla terra proprio nella loro
casa, nel gelo del disamore, della solitudine e
dell’indifferenza reciproca.
Ma nel finale, “messi alla prova” da sapienza Divina,
capiranno insieme che il Paradiso non è poi così
distante come tutti immaginiamo…
AL
CUOR NON SI COMANDA!
La trama
Modesto, preso dal delirio causato da una forte febbre,
si immergerà in un “incubo” che lo riporterà nel 1958.
Nei primi due atti di questa commedia, infatti, il
pubblico assisterà attivamente al sogno “rivelatore” di
Modesto, ovvero la infelice vita coniugale con la moglie
sbagliata imposta da accordi tra famiglie “patriarcali”.
Ma quando nel terzo atto Modesto si sveglierà nel mondo
reale (1989), alla luce dell’incubo vissuto cercherà in
tutte le maniere di correre ai ripari…
Riuscirà nell’intento di convincere gli altri tre
protagonisti della storia?
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