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GABRIELE SCARCIA |
ASPETTO DEL CENTRO STORICO DI MIGLIONICO |
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MIGLIONICO - Il centro storico di Miglionico ha subito nel corso dei vari decenni dell’intero novecento, una straordinaria opera di aggiornamento e di trasformazione, che non sempre è stata una mano santa per la preservazione delle tracce storiche del glorioso passato della piccola cittadina lucana. Sicuramente il catastrofico sisma del 1980 permise un vastissimo recupero ed una altrettanta infame cancellazione di intere fisionomie di quartieri. Per Miglionico, che aveva registrato la presenza nel corso dei secoli di una comunità greca, di una cristiana, di una castellana, di una nobiliare che erano state capaci di disegnare il nucleo insediativo più antico connotandolo di caratteristiche differenti e peculiari, fu una vera sciagura che mani improprie, intelligenze mediocri, animate da una forte tendenza alla speculazione edilizia e da una insana voglia di rinnovamento a tutti i costi, si abbatterono su tale patrimonio culturale, seguendo criteri scellerati dei quali paghiamo le conseguenze ancor oggi. Se il terremoto del 1857 fece decidere al proprietario di buona parte del maniero del “Malconsiglio” di cancellare l’antico portale con tanto di ponte levatoio in favore di una nuova apertura orientata verso l’espansione architettonica sette/ottocentesca del paese, il sisma dell’ottanta determinò la scomparsa della tipologia residenziale classica del centro storico, delle abitazioni a schiera, delle altezze modeste dei monolocali, in favore di nuovi fabbricati cubici, con sopraelevazioni vertiginose per il contesto in cui sorsero, provviste di nuovi accessi e nuove finestre. Se da un lato fu ed è innegabile la necessità di dimore sempre più confortevoli, dall’altro si deve riflettere, almeno in tempi attuali, dopo le numerosissime denunce manifestate su tutti i media e sulle riviste specializzate da attenti storici dell’arte e da associazioni sorte in difesa dell’arte e della cultura, sullo sventramento perpetuato ai danni di interi centri storici italiani per far largo a faraoniche costruzioni avulse dal contesto in cui sorgono. Miglionico, nella fattispecie e per fare giusto un esempio, si è indecorosamente provvista, alcuni decenni fa, di un edificio scolastico elementare, ubicando questo a ridosso delle mura di cinta, quando ancora non si parlava o si discuteva pochissimo di impatto ambientale, deturpando la splendida vista del maniero che si ergeva ad un tiro di schioppo da tale voluminosa costruzione. Non è naturalmente il solo caso. Quello che rimane più sconfortante, è vedere ancora a tutt’oggi, “riqualificazioni architettoniche” di complessi residenziali sette/ottocenteschi, nelle mura del paese, che farebbero accapponare la pelle al più avanguardista degli architetti. Tutto questo naturalmente, spesso con il beneplacito delle sovrintendenze preposte, che a volte, si deve anche dire, non sono nemmeno informate dei fatti! L’argomento, comunque, si presta ad essere sviluppato in successivi articoli, per rendere chiara la fisionomia e l’entità della problematica. |
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