Miglionico. Il deludente epilogo del
campionato di Promozione che il Miglionico ha chiuso al
settimo posto, dopo aver detto addio, nelle ultime due
partite, alla zona playoff, non ha cancellato il ricordo
di quanto di buono la squadra del presidente Mim - mo
Grande ha fatto vedere nel girone d’andata del torneo,
chiuso con la conquista del primo posto, primato da
record, mai raggiunto in passato, nel campionato di
Promozione, da nessuna squadra locale. Ma, quali possono
essere state le ragioni di una metamorfosi così
evidente? In particolare, cosa è mancata alla squadra di
mister Michele Paterino nel finale di stagione, al punto
da comprometterne i traguardi più ambiziosi? A riguardo,
ecco la disamina tracciata dal direttore sportivo,
Michelangelo Piccinni che prefigura tre chiavi di
lettura.
La prima: «Nel girone di ritorno - spiega il dirigente -
un po' tutte le squadre sono diventate più competitive,
rafforzando il loro organico con l’innesto di nuovi
atleti più esperti e di maggiore spessore tecnico. Noi,
invece, per ragioni di carattere economico non abbiamo
potuto farlo». La seconda: «La nostra squadra,
soprattutto negli ultimi mesi, è stata penalizzata da
numerosi infortuni che hanno riguardato giocatori del
calibro di Alessandro Santochirico, Antonio Battilomo e
Rocco Virelli. Va considerata, poi, la cessione di
Fabrizio Lamacchia al Forza Matera, nel campionato di
Eccellenza: operazione di mercato doverosa fatta per
offrire al giocatore un’opportunità di maggiore crescita
professionale».
La terza: «Non va trascurata - conclude Piccinni -
l’enorme disagio sopportato per aver disputato tutte le
partite casalinghe sul campo di La Martella, a causa
dell’inagibilità del nostro campo sportivo».
In definitiva, adesso bisogna guardare al futuro e
prepararsi ad affrontare un nuovo campionato con nuovi e
rinnovati intenti ambiziosi, puntando, magari, a far
entrate nel sodalizio altri dirigenti, capaci di
renderlo più ricco con idee innovative, più
efficaci e con un robusto contributo sotto il profilo
delle risorse economiche. Giacomo Amati |