Miglionico.
“L’amore si impara, il rispetto si impara, la gentilezza
d’animo, la premura e la bontà si imparano”. Può essere racchiuso in questo
pensiero-guida l’elemento distintivo dell’esistenza di
Vita Masellis, vedova Ridola, che, nei
giorni scorsi, ha festeggiato il suo centesimo
compleanno. Alla festa della centenaria, che s’è svolta
nell’abitazione di sua proprietà, in via Largo San
Nicola, in un clima di
grande commozione generale, hanno partecipato i
figli Chiara, Ninò e Pierluigi Ridola,
unitamente ai nipoti, a tanti altri familiari e a
numerosi amici di famiglia. Presenti anche il parroco
don Giuseppe Tarasco e il sindaco Vincenzo Borelli che,
a nome della locale Amministrazione comunale, ha
formulato alla signora Vita gli auguri più affettuosi
della comunità miglionichese e le ha regalato due doni:
una pergamena e un album di foto. Nata a Bitritto (BA)
nel giorno di San Martino (11 novembre 1908), dopo aver
studiato per cinque anni a Bari, nel collegio
Margherita, gestito da una comunità di suore, e poi, per
altri due anni a Matera, nella scuola del “Sacro Cuore”,
la giovane Vita si trasferì a Miglionico, ove conobbe il
grande amore della sua vita, il giovane medico condotto
del paese, Francesco Paolo Ridola che, dopo alcuni anni di fidanzamento,
divenne suo marito. Tra i ricordi indimenticabili della
sua lunga esistenza, ne spiccano due: uno è
riconducibile alla nascita dei tre figli; l’altro è
legato al conseguimento della laurea in Medicina da
parte dei due figli maschi, Ninò e Pierluigi. Tra le sue
passioni più forti, un posto di primo piano è stato
ricoperto dall’amore per la musica e per l’arte del
ricamo. Abile davanti al pianoforte, ma anche vicino ai
fornelli, sempre pronta deliziare i suoi cari con le più
raffinate pietanze della gastronomia locale. Il segreto
della sua longevità? “Mia madre ha saputo vedere sempre
il bello intorno a se stessa, osserva la figlia Chiara
che in questi giorni, in particolare, l’assiste con
straordinaria cura. Mamma ha sempre vissuto serenamente
e gioiosamente, alimentando continuamente un desiderio
insopprimibile: quello di imparare sempre cose nuove.
Per cinquant’anni, conclude Chiara, mia madre è stata
sempre al fianco di mio padre, aiutandolo al meglio
delle sue possibilità, nella delicata professione di
medico, al servizio della comunità miglionichese, anche
nelle ore notturne. Ha sempre saputo donare un sorriso e
una parola di conforto a chi ne aveva bisogno”. Una
storia di vita lunga cent’anni, sempre vissuta
all’insegna di due grandi valori: del rispetto adel
prossimo e del prendersi cura degli altri con spirito di
dedizione e amore.
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