Miglionico.
Un’impressionante distesa di cenere, quasi uno spettrale paesaggio
lunare. Ecco ciò che rimane dei circa venti ettari di bosco
devastato dall’incendio divampato, nei giorni scorsi, in contrada
“Cugno del Prete”, in agro miglionichese. «Sono state distrutte
centinaia e centinaia di piante - spiega Antonio Pierro,
ispettore del Corpo forestale di Matera -. Si tratta di alberi di
pini d’aleppo, cipressi ed eucalipti. Il rogo, domato dopo
circa venti ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco di Matera,
coadiuvati dalle squadre della Protezione civile e da numerosi
volontari, non ha risparmiato neppure alcune distese di macchia
mediterranea».
Le fiamme hanno bruciato anche alcuni alberi d’oliva presenti nei
terreni di proprietà di contadini, adiacenti alla riserva protetta,
un prezioso “polmone di verde”, creato negli Anni Sessanta, a cura
del Consorzio di bonifica, al fine di rimboschire un terreno
demaniale incolto ed argilloso, originariamente destinato soltanto
ad uso pascolo. E così, in poche ore, un piccolo “paradiso
terrestre” si è trasformato in una distesa di bruciato. Ma il
bilancio dei danni subiti nei venti ettari dell’area protetta andata
in fumo, va oltre la distruzione delle piante: è stato duramente
colpito anche l’ecosistema della zona, cioè l’insieme degli
organismi animali e vegetali, presenti nell’ambiente fisico, e
indissolubilmente correlati tra loro. Il bilancio delle perdite,
allora, è anche di natura paesaggistico, naturalistico e faunistico.
«La selvaggina che vive in quell'area, spiega Nino Comanda,
capo diga di San Giuliano ed esperto dei fenomeni ecologici della
locale oasi faunistica, distante poche centinaia di metri, in linea
d’aria, dal luogo dell’incendio, è costituita per lo più da lepri,
volpi, ricci, testuggini, rettili e da numerosi volatili che
difficilmente, purtroppo, sono riusciti a mettersi in salvo».
Cosa è possibile fare in concreto nella zona per rendere più
funzionale il piano antincendio? «All’interno di tutta la zona
boschiva - puntualizza Comanda - converrebbe creare dei vialoni,
predisponendo piccole aree ben delimitate tra loro, per impedire che
le fiamme, in caso di incendio, possano propagarsi più facilmente su
tutta la superficie del bosco». C'è anche chi propone di aumentare
la retribuzione mensile degli operai forestali, ma solo se non
scoppiano incendi. : in pratica, per ogni mese che trascorre senza
roghi, bisognerebbe corrispondere loro un’indennità aggiuntiva,
quasi un “pre - mio di produzione”, con l’auspicio che aumenterebbe
la loro cura antincendio e l’attenzione a guardia dei boschi.
Nella giornata di ieri intanto sono stati una dozzina gli interventi
compiuti da squadre dei vigili del Fuoco e del Corpo forestale della
provincia per domare incendi che hanno interessato aree boscate e
sterpaglie, in particolare nel Metapontino, nei territori di
Bernalda, nella frazione di Metaponto, a ridosso della linea
ferroviaria, a Policoro e a Policoro, e sulla collina materana, in
località Murgecchia, nel Parco delle chiese rupestri, e a Miglionico,
in località Fontana di Noce. |