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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 15.08.02 | FRANCO SANTORSOLA: NOLEGGIATORE |
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MIGLIONICO.
“Me la passo male. Se continua così, sarò costretto a chiudere la mia attività.
Dopo trent’anni di lavoro nel settore dell’autonoleggio da rimessa, la crisi che
sta colpendo la mia attività lavorativa non mi offre la possibilità di
guadagnare in maniera consona alle esigenze economiche della vita d’oggi”.
A parlare così è Franco Santorsola, cinquant’anni, di professione
autonoleggiatore, una vita trascorsa al volante di ogni tipo di auto, di cui
conosce ogni segreto, subendone il fascino sin da bambino, quando ha sempre
ammirato il padre Donato che per tanti anni ha esercitato tale professione. Sono
parole di un uomo non certo in preda alla disperazione, ma certamente
amareggiato nel vedere il suo lavoro andare alla deriva. “Di giorno in giorno,
dice il noleggiatore, la situazione si fa sempre più drammatica, perché il
lavoro scarseggia. Quindi, rischia di chiudere i battenti la “bottega” di un
operatore “artigiano”. Sarebbe un “addio” che potrebbe essere vissuto con
tristezza non solo dal diretto interessato, ma anche da tutti coloro che amano
le espressioni lavorative dal carattere artigianale.
Quali ne sono le cause? Ebbene, se la “fabbrica” dell’auto da rimessa per uso
noleggio è in via d’estinzione, la “colpa” è riconducibile prima di tutto al
progresso, allo sviluppo economico e tecnologico che connotano la nostra
società, consentendo a ciascun nucleo familiare di permettersi l’utilizzo di due
o tre automobili. Da qui la domanda: chi ha ancora bisogno del noleggiatore? Poi
va considerata la presenza del “nemico” storico, il mezzo pubblico di trasporto
che offre all’utenza un prezzo di biglietto dal costo concorrenziale.
“Purtroppo, commenta sconsolato Santorsola, nessun tipo di aiuto viene offerto
al nostro settore di lavoro, a differenza di quanto accade in quello pubblico.
Fino agli anni Ottanta l’attività del noleggiatore è stata fiorente, ma da
alcuni anni è in pieno declino. Se non vengono adottati dei provvedimenti
legislativi a nostro sostegno, fra qualche anno rimarrà solo il ricordo di un
lavoro irrimediabilmente dismmesso”. Cosa si può fare in concreto per agevolare
la categoria? “Per andare avanti, risponde, occorrono degli aiuti mirati: dalla
soppressione di alcune tasse all’erogazione di contributi per facilitare
l’acquisto di nuovi automezzi come accade a chi opera nel settore pubblico, cui
vengono elargiti significativi pacchetti di denaro. Invece, io in tanti anni di
attività non ho ricevuto neppure un pacchetto di sigarette”. In definitiva, si
tratta di capire il malessere di un settore lavorativo in crisi che rischia di
scomparire. “Il mio lavoro, conclude Santorsola, è una risorsa, un servizio che
ha bisogno di essere sostenuto. Qualsiasi aiuto può essere utile: l’importante è
ottenerlo al più presto.