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Domani continueranno
le operazioni di scavo per recuperare le altre parti mancanti dello
scheletro. Si può trattare di occultamento? Un macabro ritrovamento al lago Ossa umane sono affiorate alla diga di San Giuliano, probabilmente risalgono a quindici anni fa. |
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La
Gazzetta del Mezzogiorno |
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MATERA
- Un macabro ritrovamento. Resti di ossa umane, circa 25, tra cui
una tibia e un femore, sono stati rinvenuti l’altra sera in riva
al lago di San Giuliano, nella parte di territorio di Miglionico.
La scoperta è avvenuta casualmente, nel senso che hanno notato
qualcosa d’insolito le guardie volontarie del servizio ittico
venatorio di passaggio nella zona. Al loro occhio non è sfuggito
un fronte di terreno che, per cause naturali, si era staccato da
un pendio. C’è da aggiungere che per l’evaporazione causata dalle
alte temperature dei giorni scorsi, le acqua si sono ritirate in
più punti. Anche in quello impervio in cui c’è stato
l’avvistamento, normalmente sotto il pelo dell’acqua per gran
parte dell’anno. Una volta allertati, sul posto sono
immediatamente intervenuti i carabinieri della Compagnia di Matera
che hanno repertato i resti dello scheletro. In un secondo momento
si è deciso che le operazioni di recupero dei resti di ossa umane
debbano proseguire domani. Lo ha disposto il sostituto procuratore
della Repubblica, presso il Tribunale di Matera, Valeria Farina
Valaori che si avvarrà del dottor Giancarlo Divella, consulente
tecnico anatomopatologo presso il re-parto di Medicina legale
dell’Università di Bari, e di una squadra specialistica dei Vigili
del Fuoco. L'operazione è finalizzata al recupero delle altre
ossa, probabilmente dell’intero scheletro, rimaste sulla parte
alta del terrapieno franato e che ha consentito il rinvenimento,
senza alterare il loro stato dei primi reperti avvistati. Il
recupero, che avverrà in condizioni di sicurezza, è finalizzato a
ricostruire tempi e situazioni del seppellimento e a reperire
utili elementi per le indagini. Ieri mattina carabinieri e vigili
del fuoco hanno effettuato un più accurato sopralluogo sulla zona,
che è stata posta sotto sequestro dal magistrato. Da una prima
valutazione, secondo quanto si è appreso, sembrerebbe che i resti
risalgano ad una quindicina di anni fa. Al momento, però, non si
fanno ipotesi più precise. Non è marcato, ma il colore è quello
tipico del «giallo». Quei resti affiorati casualmente, erano stati
occultati? |
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